26 MAGGIO 2013: LE MIE PAGELLE

Marchetti 72: reattivo in diverse occasioni. Ma soprattutto se nella storia rimarrà per sempre Lulic71 è anche perché c’è stato un Marchetti decisivo al 72esimo.

Cana 7: “e sornione sta arrivando Cana nell’area della Roma…” risuona come un barbarico Yawp sopra i tetti del mondo.

Ciani 8: è sua, nei minuti di recupero, la spazzata che chiude il match. Ma il voto è soprattutto per quel colpo di testa al novantacinquesimo contro il Siena senza il quale non saremmo arrivati qui.

“Cianiiiiii! Cianiiiii!!”

Radu 7: er calcio in culo a Lulic dopo er go’ entra di diritto nelle esultanze più belle de sempre.

Candreva 7,5: fortuna vuole (sempre mejo che Fortuna Wallace) che er cross più importante della sua carriera lo sbagli. Pe’ regala’ a Lobont la possibilità de offri’ a Lulic er momento più epico della sua vita.

Ledesma 8: zoppicando, abbracciato a Manzini, in lacrime entrambi, verso la Nord a fine partita è il quadro carico di Lazialità che abbellisce un pomeriggio indimenticabile.

Lulic 71: solo lui, con la sua coordinazione che sfida ogni principio della gravità poteva mettere in porta con nonchalance una palla che lo aveva preso in controtempo. Segna il goal che decide il match e che creerà uno spartiacque profondo tra le due sponde della Capitale. Senad Lulic, un uomo chiamato Leggenda.

Mauri 7: sarebbe capace de trova’ un corridoio pure entrando dentro casa de ‘no sconosciuto, ubriaco e al buio. Suo il filtrante che manda al cross Candreva. Sua l’esultanza rabbiosa, orgogliosa ed elegante verso la Nord dopo il goal di Lulic.

Klose 7: passa tutta la partita a rimpiange de nun ave’ fatto la carriera der Pupone.

Petkovic 8: gli basta una stagione per entrare nella storia della Lazio. Elegante, bellone, signorile. Lo stile Lazio in panchina nel giorno più importante.

Lobont 9: solo uno nato lo stesso giorno di Lulic poteva’ mette sui piedi de Senad, la palla più importante della storia del calcio romano.

Marquinhos 8: in un fermo immagine che immortala Lulic sgraziato giustiziere, lui è il contraltare trafitto.

De Rossi 8: dispiace vedere un guerriero come lui in lacrime dopo tante battaglie onorate lealmente. Però, Danie’, nun te scoraggia’. Ho dato un’occhiata al calendario e il prossimo 26 maggio de domenica capita nel 2019. Hai visto mai che riesci a celebra’ qualcosa de importante proprio quel giorno?

A Pallotta, l’ardua sentenza.

Totti 8: come al solito decisivo nelle partite che contano. Da un suo fallo a centrocampo, infatti, nasce l’azione che regalerà la Coppa ai biancocelesti. Si consoli, Francesco: è ancora nel pieno delle forze e avrà tutto il tempo per alzare trofei.

Andreazzoli 8: tiene Pjanic e Osvaldo in panchina. Mette Marquinhos terzino destro. E soprattutto, fa un piccolo passettino indietro per permettere ai Laziali di esultare in tranquillità. Chapeau. Avrà tempo per rifarsi. Magari il prossimo 26 maggio di domenica, anche lui.

Pallotta 8: ok, la sconfitta è epocale. Ma sono sicuro che impegnandosi, il buon James riuscirà a fare anche di meglio.

Antinelli (inviato Rai a bordo campo) 8: “È il momento migliore della partita questo, per Andreazzoli” dice lui al 70esimo. Con un Hernanes in tono minore, il vero Profeta di questa Finale è decisamente lui.

AVANTI LAZIO

BUONE VACANZE (stavolta per davvero)

LAZIO-ROMA: LE MIE PAGELLE

Strakosha 8: come ho già scritto un’altra volta, in ogni partita epica c’è sempre quello che resta in campo pur infortunato. Oggi tocca a lui. Perfetto per tutto il match, finisce col braccio al collo in un perfetto mix tra il Pelé di “Fuga per la vittoria” e il Carlo Cudicini di un Lazio-Cagliari di tanti anni fa.

Bastos 8: El Sharaawy se lo vede spunta’ ovunque manco fosse er nero de Whatsapp.

Poi, vista la pericolosità del Faraone metrosexual, Quissanga decide de creasse qualche grattacapo da solo con un par de lisci dei sua. A cui pone prontamente rimedio.

Acerbi 8: se magna Dzeko e quello che resta dell’attaccante bosniaco se lo fa mette in una doggy bag e se lo finisce de magna’ oggi a pranzo.

Radu 8: bullizza er tanto temuto Zaniolo con lo stesso cinico piacere con un cui quelli der quinto te facevano er primino nel bagno alle superiori. Quando Kolarov viene espulso, lui je sorride cor ghigno de Mario Brega quando dice a Verdone: “Ah Sergio, pensa che è mi’ fija…”

Marusic 8: se lui è ancora un giocatore in cantiere, Kolarov è l’anziano che se lo guarda.

Luis Alberto 8: gioca praticamente da fermo ma riesce sempre a offrire la soluzione giusta. Manco fosse er blog de Aranzulla.

Parolo 8: entra e dà sostanza ar centrocampo come er calzino riempito d’ovatta messo nei jeans prima d’anna’ in discoteca nell’anni ‘80.

Leiva 8: se fosse nato settant’anni fa, J. R. R. Tolkien j’avrebbe dedicato “Il Signore del Centrocampo”: un’opera maestosa in cui questo brasiliano dallo sguardo ariano anticipa ogni avversario provi a passare dalle sue parti. De Rossi, Pellegrini e Cristante, al suo cospetto, sembrano elfi che se so’ persi in mezzo ar bosco.

Milinkovic-Savic 8: se sdoppia. Milinkovic fa a spallate co’ Pellegrini, Savic co’ Cristante. E nessuno dei due lo prende mai. Finisce da boa offensiva e offre a Cataldi la palla del 3-0.

Lulic 8: Fiorenzi pare Rovazzi e lui lo asfalta senza pietà. Insieme a Radu organizza er trappolone emotivo in cui i giocatori della Roma ce cascano co’ tutte le zampe. Dando er la ad una delle più grosse rosicate de sempre. Capitano, mio Capitano.

Correa 8: immarcabile. Manda in porta Caicedo con una palla al bacio e poi si prende il rigore che chiude di fatto la partita. Fazio se lo sognerà la notte. E io, se fossi il Tucu, un po’ mi preoccuperei.

Cataldi 8: segna il goal del trionfo al termine di un’azione magistrale. Era già entrato bene a Siviglia, nel Derby conferma quello che già pensavamo da un po’: è un altro Danilo. E va bene così. Senza parole.

Caicedo 8: “spero di venire ricordato per questo goal e non per l’errore di Crotone”. In una serata magica, er buon Felipe dà una lezione di stile ed eleganza a tutti quelli che lo hanno deriso e insultato in questi mesi. Non sarà un cecchino ma è uno che a pallone ce sa gioca’. E mette in porta, sfruttando un cioccolatino di Correa, l’ennesimo goal decisivo della stagione.

Immobile 8: l’arma segreta de Inzaghi. Non è al massimo ma Inzaghi lo mette al momento giusto. Come quando azzecchi la cottura dell’uovo mentre prepari la carbonara. Manda in porta Correa in occasione del rigore e lo realizza con quella rabbia e quella voglia che noi tifosi gli riconosciamo. E amiamo.

Inzaghi 8: è tornato “l’inculatore dei colleghi”. Quello che leggeva le partite in modo perfetto e se portava a casa lo scalpo altrui. Schiera una Lazio a sorpresa lasciando in panchina Parolo e manda Di Francesco in analisi. Per clima, intensità e cinismo, la sua più bella Lazio di sempre.

De Rossi 8: imbolsito, la barba lunga, le occhiaie. Er poro Daniele pare una delle comparse der Trono de Spade. Uno de quelli che è rimasto sul set tutto truccato in attesa comincino le riprese della nuova stagione.

Kolarov 8: rosica come Ultimo ogni volta che sente la parola “Mahmood”. Esce dal campo sconfitto tra i fischi di tutto l’Olimpico Laziale. E quello è il nostro quarto goal.

Totti 8: la faccia da stupidone al terzo goal vale il prezzo dell’abbonamento a DAZN. Grazie per tutte le chicche che continui a regalacce, France’.

AVANTI LAZIO.