SE QUESTO È UN DIRETTORE

Qualche anno fa, nel negozio che gestivo, avevo un collega che aveva una scarsa cura del corpo. In poche parole, puzzava. La mia azienda mi fece pressioni per risolvere il problema e io, imbarazzato perché si trattava di un argomento molto delicato e personale, cercai la soluzione più delicata e meno impattante. Convocai così una riunione con tutto lo staff e feci presente a tutti che un cliente si era lamentato con la nostra azienda per l’igiene di uno di noi ma che non sapevo chi fosse. Quindi invitai tutti, me compreso, a fare più attenzione a quell’aspetto così fondamentale quando si lavora a contatto con il pubblico. Ovviamente gli altri componenti dello staff sapevano a chi fosse rivolta quella critica ma tutto ciò finì con la persona “incriminata” che dava consigli di igiene agli altri colleghi. Non percependosi parte del problema. Solo successivamente, durante una discussione face to face, ripresi l’argomento e in modo un po’ brusco gli buttai in faccia la verità senza tanti giri di parole. Da quel momento, le cose cambiarono definitivamente.

Questo per dire che la stampa, anziché lamentarsi di eventuali mancate sanzioni ai danni di una tifoseria incolpevole e che in questo momento ha ricreato, grazie anche alla Società, un’atmosfera bellissima e nella quale i bambini si divertono e sono felici, dovrebbe rinforzare il concetto che i “colpevoli” di quel gesto sono stati daspati e non potranno venire a vedere la propria squadra del cuore per un sacco di tempo. Ecco. Quella, eventualmente, sarebbe la sentenza da risaltare e applaudire. Perché quando spari nel mucchio, tutti scappano e c’è il rischio che, passata la prima paura, la lezione non venga capita. E si ricominci.

Quindi, cari giornalisti, anziché attaccare un’intera tifoseria e migliaia di persone perbene spingendo per togliere loro una grande Passione, anziché pulirvi la coscienza parlando di “memoria” e di “sequestoèbuonismo”, pensate a fare un’informazione corretta e intellettualmente onesta. E non di certo come il Tg Nazionale che fu costretto a fare errata corrige sul minuto di raccoglimento durante Bologna-Lazio. Perché se il culo vi rode e siete accecati da una rabbia, la colpa non è certo della Lazio e dei Laziali. O forse, sì.

Dipende sempre qual è il colore della sciarpetta che mettete intorno al collo.

Forse, gialla come er fiele.

Rossa come er livore vostro.