FIORENTINA-LAZIO: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6: incolpevole sui goal, stringe i denti nel finale simulando un infortunio con la stessa enfasi con cui la moje fa crede al marito de sta a gode’ dopo trent’anni de matrimonio.

Luiz Felipe 6: Veretout lo fa girar come fosse una bambola. Poi lui butta giù. Poi lui butta giù Biraghi. Come fosse una bambola. No ragazzo no, non ci siamo. Oggi più che bravo, Pravo.

De Vrij 6: esce prima perché era pronto er panino cor lampredotto che s’era fatto mette a scalda’ dal paninaro fori al Franchi prima de entra’ allo stadio.

Caceres 6,5: il goal del Raz Degan de noantri mette d’accordo uomini e donne. I primi, per la rimonta completata. Le seconde, “perché…perché…non so perché…sono fatti miei!”

Marusic 7: er piattone de prima con cui serve la palla della vittoria a Luis Alberto è letale come la scureggia fatta in un ascensore pieno appena se so’ chiuse le porte.

Lukaku 6: arrembante e confuso come quer tale che esce la sera pe’ rimorchia’ ma imbocca pe’ sbajo dentro a un centro anziani.

Leiva 6: lucido come la macchina mia dopo che ha piovuto terra. Gioca la solita partita generosa ma perde malamente la palla da cui nasce il terzo goal viola.

Murgia sv: dura meno de un pischello chiuso in bagno cor calendario de Belen.

Milinkovic-Savic 7: ogni volta che scende in campo a Firenze, ripensa a quando, un pomeriggio d’estate di tre anni fa, arrivò nella sede viola accompagnato da Pradè pe’ firma’ er contratto. E co’ la penna in mano, pochi secondi prima de diventa’ un giocatore della Fiorentina, scoppiò in lacrime ripensando al faccione di Igli Tare che je diceva: “Vieni a Formello! ‘Sta Lazio aspetta a te!” Gioca una partita accorta ma dai contenuti tecnici elevati. Soprattutto grazie alla semplicità e all’efficacia del primo tocco di palla.

Luis Alberto 8,5: la punizione che riapre la partita è una pennellata d’autore. Il corner da cui nasce il pareggio è la specialità della casa. Il goal della vittoria contiene l’alfa e l’omega di ogni azione. Con quei capelli, quella barba e quell’espressione che pare sempre stia pensando “mo ve inculo a tutti!” sembra uno di quei personaggi di certi western di Sergio Leone: “Luis, tu il gioco lo conosci…” Bentornato Maestro.

Immobile 6,5: gioca tutta la partita pensando “eppure io sto Vitor Hugo l’ho già sentito da qualche parte!”. Poi quando viene sostituito, tutti pensano che sia incazzato e invece no. Le telecamere lo immortalano mentre urla a Farris: “Miserabili! Ha scritto “I miserabili”! Ecco chi cazz’era ‘sto Vittorio Ugo!”.

Anderson 7,5: l’insostenibile leggerezza dell’essere Felipe. Con le squadre in dieci, trova praterie nelle quali pure Tex Willer farebbe la differenza. Figuriamoci lui. Che ha nei piedi la classe e la felicità per risolvere in ogni momento il match. Non sempre sceglie la giocata giusta ma dà sempre la sensazione di poter spaccare in due il match. Come fa al sessantanovesimo quando scaglia in porta di esterno collo, una sassata che rianima la Lazio come la siringa di adrenalina nel petto di Uma Thurman in “Pulp Fiction”.

Lulic 6: entra al posto de Lukaku e fa la solita finta a rientra’ che oltre al terzino manda in bianco pure er telecronista: “Lulic va sul fondo e cross…anzi no…rientra sul destro…” Perché come lo conoscemo noi, er buon Senad, nun lo conosce nessuno.

Caicedo sv: er tremendo deja vu provato co’ lui al novantesimo, al limite dell’area de rigore Laziale, che calcia via un pallone pericoloso m’ha riaperto vecchie e mai rimarginate ferite del Lazio-Fiorentina d’andata.

Inzaghi 8: la Lazio gioca contro la Viola e soprattutto contro lo scempio perpetrato da Damato. Dopo la ridicola espulsione di Murgia, ridisegna magistralmente la squadra togliendo De Vrij e inserendo Anderson. Poi, dopo il rigore negato a Leiva, inveisce contro l’arbitro che lo manda anzitempo negli spogliatoi. Ma prima di uscire, le telecamere lo immortalano intento a parlare con i suoi ragazzi per dar loro le ultime direttive.

La sua Lazio ha mille vite, palle infinite e un cuore grosso così. E non bastano sei minuti sbagliati in una stagione per cancellare quanto di bello e intensamente affascinante fatto dalla squadra quest’anno. Comunque andrà, i Laziali, quelli veri, sono con te, Mister.

Special guests:

Chiesa 4: sì, per carità, sarà pure forte. Ma se a vent’anni, la specialità della casa è già quella di andare per terra in ogni contrasto e protestare, non andrà lontano. Dai padri, vanno ereditati i lati migliori. Non quelli che ne hanno condizionato la carriera. Giocatore piccolo. Di età. E di statura etica e morale.

Damato 1: quanti ne avete incontrati di personaggi come lui, nella vostra vita? Tanti, vero? Perché di gente come Damato è pieno il mondo. Spocchiosi. In malafede. Presuntuosi e arroganti. Che gestiscono posizioni di potere e vanno avanti al motto di “Lei non sa chi sono io!”. Mette la sua spocchiosa firma nel match più assurdo e falsato che la mia memoria ricordi ma il suo triplice fischio non può che certificare la forza e il carattere di una Lazio mostruosa.

AVANTI LAZIO

AVANTI LAZIALI