LAZIO-BENEVENTO: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6: sul go’ del Benevento parte in ritardo perché stava a pensa’ a chi ammolla’ er pupazzetto dei Ninja Turtles trovato nell’ovo de Pasqua che j’aveva regalato Manzini prima della partita.

De Vrij 7: professionista esemplare come Toninho Cerezo. Lui però anziché andare a letto presto la notte di Capodanno, guida la difesa con la solita classe e realizza il goal che porta la Lazio in vantaggio nonostante il suo futuro sia già scritto. E sia purtroppo altrove.

Luiz Felipe 7: “Poi ClauDio il Lotito disse: ‘Non è bene che De Vrij sia solo; dobbiamo fargli un aiuto che sia adatto a lui”. Allora Igli l’Albanese fece cadere un profondo sonno sul difensore olandese, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. Igli l’Albanese, con la costola che aveva tolto all’uomo, formò un ragazzo brasiliano e lo condusse al numero 3 biancoceleste. Che disse: “Questo, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Lui sarà chiamato Luiz Felipe Ramos perché imposterà l’azione come David Luiz e difenderà come Sergio Ramos”. – (Genesi 2:7,18,21-23)

Bastos 6,5: gioca un tempo e poi viene sacrificato come l’agnello a Pasqua.

Patric 6: sul goal del Benevento se fa’ incula’ da Lombardi come quando stai in fila al supermercato e fai passa’ la vecchietta che te stava a fa’ tenerezza co’ solo un litro de latte in mano e appena je dici “Prego, passi pure!”, chiama er marito che arriva co’ du’ carrelli pieni de roba. E tu resti lì, come ‘no stronzo.

Marusic 6: in fase de spinta, è lucido come un alcolizzato al quarto ammazzacaffè.

Luis Alberto 7: sempre nel vivo del gioco. Scucchiaia per Caicedo il pallone del pareggio e poi chiede a Nani di poter calciare il rigore per dedicare il goal ad un amico appena scomparso. Maestro in campo e fuori.

Leiva 7,5: ogni volta che qualcuno pronuncia la frase “eh, ma non è un regista!” un intenditore di calcio, da qualche parte del mondo, muore. Da qualche tempo, il Lucas Maximo, oltre a dirigere con maestria la manovra biancoceleste, si diverte a produrre anche gli effetti speciali. Come la pennellata magistrale per il goal del 5 a 2.

Parolo 6: dopo er tour de force in Nazionale, sta spremuto come un limone su ‘na frittura de calamari.

Anderson 6,5: l’assist per Immobile è sublime come il formaggio fuso sui nachos. La rabona per Patric è bella ma inutile come quelle stronzate che vende “Tiger”. Purtroppo però se accende a intermittenza come le lucine sull’albero de Natale. Peccato che ormai stamo a Pasqua. Ma tutto questo, Felipe, nun lo sa.

Immobile 7,5: quando torna dalla Nazionale è come la donna sotto ciclo: je rode sempre er culo. Però stavolta è bravo e lucido nel trasformare gli assist di Anderson e Brignoli in goal e staccare di nuovo Icardi nella classifica dei marcatori.

Caicedo 7: grezzo, perentorio ed efficace come la pacca sul culo a quella davanti a te durante er trenino de Capodanno mentre tutto cantano “il mio amico Charlie Brown”.

Nani 6: prova a fa’ go’ in tutti i modi anche arruffianandose Brignoli co’ frasi del tipo “Aho, sei un grande! lo sai che t’avevo schierato al Fantacalcio quando segnasti al Milan?!?”

Milinkovic-Savic 6: entra co’ l’entusiasmo der marito che accompagna la moje da Zara sotto saldi.

Inzaghi 6,5: cambia in corsa il modulo ed è bravo a pescare il jolly Caicedo. La Lazio soffre un po’ troppo ma poi si scatena e porta a casa tre punti importanti in prospettiva Champions e che fanno morale in previsione del match di giovedì con il Salisburgo.

Special guest:

Brignoli 8: quando batte le rimesse dal fondo, perde talmente tanto tempo, che la diretta su Skygo della partita va più avanti rispetto alla partita stessa. Ma il karma è in agguato e dopo essere stato trafitto da Caicedo prima e da De Vrij dopo, regala in modo maldestro a Immobile la palla del 4-2. Perché nel calcio, come insegna Oronzo Canà, passare da coglione a eroe è un attimo. Solo che lui fa il percorso al contrario. Fenomeno vero.

AVANTI LAZIO

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