LAZIO-CHIEVO: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6,5: quando serve c’è. Come er mejo amico tuo, alle due de notte, quando t’ha appena accannato la pischella.

Bastos 6: fori posizione sur go’ der Chievo come quando una t’aspetta nuda in camera da letto e tu imbocchi arrapato in salone. Dà sempre la sensazione che la cazzata sia dietro l’angolo. Ma quando tutto lo stadio sta co’ l’ennesimo “limortaccitua” sulla punta della lingua, piazza il goal che nun t’aspetti. E se prende pure lui un po’ d’applausi.

De Vrij 7: lui nun lo sa, ma è al centro di un esperimento scientifico: testare fino a quanti compagni de reparto pericolosi po’ riusci’ a sopporta’. Pare che nella prossima partita oltre a Bastos e Wallace, je verranno messi accanto pure Mauricio, Oscar Lopez e, se narra, anche er poro Bisevac.

Wallace 6: quando c’ha la palla tra i piedi lui, pare de esse tornati ai tempi delle uscite in presa alta de Valerio Fiori. Chi c’era, sa.

Marusic 7: un’ira de Dio come la i de “Attila” pronunciato da Diego Abatantuono.

Parolo 6,5: dopo er go’ del Chievo, guarda Strakosha e se fa dà subito er pallone come a di’: “Daje, sbrigate! Che a questi je dovemo rompe er culo!” Sur go’ der due a uno, stoppa la palla pe’ Milinkovic come quando giocavi sulla sabbia a Passoscuro e preparavi l’arzata pe’ l’amico tuo, quello più forte de tutti.

Leiva 8: monumentale come la statua dell’Ammiraglio Nelson a Trafalgar Square. Me lo immagino cacacazzi pure a casa quando la moje vole passa’ l’aspirapolvere e je dice “ah Lucas, ma te levi che stai sempre in mezzo!” Sul terzo goal, pesca il Sergente con la precisione e la classe di Juan Sebastian Veron. E meno male che nun era bono a fa’ er regista. Meno male.

Milinkovic-Savic 8: (da leggere con la voce di Piero Angela) oggi ci occuperemo di un elemento che sta portando scompiglio in serie A da un paio d’anni. Trattasi di Sergej Milinkovic-Savic, ribattezzato dagli esperti del settore “Il Sergente”. Costui è un essere vivente dotato di un fisico e di una tecnica di base superiori alla media che gli permettono giocate di qualità sopraffina. A rendere pericoloso e immarcabile il tutto, è quella sua consapevolezza mista a strafottenza che gli indigeni del luogo chiamano “coattaggine”. Nella partita disputata ieri, si esibisce in due suoi pezzi di repertorio: la “bomba da fuori” in occasione del primo goal e la “rovesciata spaziale” con cui sigla la doppietta. Pare che un altro elemento della razza dei Milinkovic-Savic giochi in porta e venga avvistato spesso dalle parti di Torino, anche se si narra che recentemente abbia fatto dei danni anche qui a Roma. Ma questa è un’altra storia (di Instagram). Per questa settimana è tutto, “Le pagelle di Piero Angela” vi danno appuntamento alla prossima puntata.

Lulic 6,5: fresco de compleanno, pareva brutto fasse fischia’ er rigore contro. Senad Lulic, l’uomo che sconfisse pure er Var.

Luis Alberto 6,5: stavolta la sblocca senza dove’ pe’ forza fa’ er go’ der secolo. Quando esce Immobile se sente spaesato come Bo senza Luke. Come Batman senza Robin. Come Malgioglio senza er marito dell’amica sua.

Immobile sv: stringe i denti pe’ resta’ in campo. Ma ora noi strignemo er culo pe’ lui. Torna presto, Ciru’, che ‘sta Lazio aspetta a te!

Anderson 6,5: un po’ falso nueve. Un po’ falso Lucio Battisti.

Lukaku 7: ‘na volta, dopo pranzo, pe’ digeri’, uno se pijava lo sgroppino. Da quando ce sta lui, tutti i Laziali pijano lo sgroppone. Sur go’ de Nani se ne va via co’ la stessa prepotenza co’ cui er ripetente te fregava la merenda a ricreazione, in prima media.

Nani 7 (me pare logico): entra in partita con lo stesso carisma de Fonzie quando imboccava da Arnold’s e tutti se giravano a guardallo. Coatto come Poncharello dei “Chips”, regala prima a Bastos la palla per il goal del 4-1 e poi dimostra che avrei dovuto schierallo comunque titolare al Fantacalcio con la bordata in scivolata che mette il sigillo sul match.

Inzaghi 8: je se presenta davanti una combo (bestia nera, sosta e infortunio de Immobile) che metterebbe in ginocchio pure Jeeg Robot. Tra l’altro er Chievo cominciò a rompe er cazzo alla Lazio proprio quando lui giocava ancora, nel lontano 2002. E Simone, allo scadere, se magno’ er go’ der pareggio dopo che tale Della Morte ce uccise (vabbe’, er gioco de parole era scontato) partendo in solitaria verso Peruzzi dopo ‘na punizione battuta a cazzo de cane da Sorin. Chi c’era, sa (parte seconda). Comunque, tornando a noi: la partita è arcigna e piena de insidie. Ma Inzaghi ha preso er calco der culo de Maran già all’andata. E sa come faje male. Detto. Fatto. Inzaghi se chiava pure er Chievo. E riparte da dove s’eravamo fermati. Co’ ‘na cinquina che fa male a tutto er Campionato.

AVANTI LAZIO.

AVANTI LAZIALI.