LAZIO-GENOA: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6,5: reattivo e pimpante su’ du’ tiri dalla distanza der Genoa come Max Pezzali quando, vent’anni fa, la ragazza je diceva: “Dai! Vieni su da me che tanto non ci sono i miei…”

Caceres 6: ordinato come un astuccio, er primo giorno de scuola.

Acerbi 6: fa tutto bene tranne quella piccola sbavatura sul goal del Genoa. Un po’ come Verdone ne “I due carabinieri” quando al test d’ammissione azzecca tutto ma sbajia solo “Viale Alberto Manzoni”.

Wallace 6,5: la prestazione senza macchie de Fortuna te svolta la giornata come quando prendi l’autobus de prima mattina e te rendi conto che nun puzza nessuno.

Marusic 6: mostra confortanti segnali de ripresa come er marito che s’aiuta co’ la pasticchetta blu pe’ soddisfa’ la moje dopo trent’anni de matrimonio.

Patric 7: entra co’ la tigna, l’ardore e l’orgoglio de uno convinto che quella de ieri era la partita valida pe’ assegna’ lo Scudetto der 1915.

Lulic 6,5: lo stop a seguire e il cross perfetto, a giro, sur go’ de Milinkovic smontano anni e anni de teorie sulla non linearità del suo gioco. Un po’ come se a Isaac Newton, la mela nun je fosse cascata addosso ma fosse schizzata verso er cielo. Perché Senad Lulic, quando capisce che tutti l’hanno capito, se reinventa come Giorgio Mastrota, che dopo una carriera da presentatore e da marito de Natalia Estrada, è diventato er più grande venditore de materassi della storia della tv.

Milinkovic-Savic 7: l’oggetto del desiderio de tutte le squadre d’Europa e soprattutto del direttore de Tuttosport torna a deliziare il suo pubblico con l’assist che permette a Caicedo de sblocca’ la partita e soprattutto co’ un colpo de testa magistrale che ridefinisce er concetto de “strapotere fisico”.

Badelj 6: aggiunge sostanza ar centrocampo. Come quelli che se mettevano er calzino pieno d’ovatta nelle mutande pe’ fa bella figura.

Leiva 7: per lui verrà coniato un nuovo ruolo: il déjà vu der centrocampo. Perché mentre gli avversari sono impegnati in un’azione, lui l’ha già vista. Intuita. E interrotta.

Parolo 6,5: l’assist pe’ Immobile e il solito lavoro sporco a centrocampo. Irrinunciabile come l’amaro dopo er caffè. Come la bestemmia quando cali l’asso a Briscola.

Caicedo 7,5: er nemico numero uno dei laziali prigionieri del divano e dei gruppi su Fb timbra er cartellino dopo sette minuti e per qualche minuto trasforma Immobile ner vice-Caicedo. Lotta, sgomita e recupera il pallone che dà il via al primo goal di Immobile. Quando esce dal campo, tutto lo stadio si alza in piedi e fa vivere, a chi ama il Calcio, un bel momento di sport e gratitudine. Chi tifa Lazio sta con Felipe.

Correa 6,5: bello ma timido. Come un quindicenne che ancora nun ha scoperto la gnagna.

Immobile 8: in coppia con Caicedo sembrano Sonny Crockett e Rico Tubbs de “Miami Vice”. Solo che quando Ciro lo fa nota’ a Manzini, questi je risponde “quindi Caicedo sarebbe il Miami Vice Immobile?” Ripresosi dopo qualche minuto dalla freddura, Ciro ci mette poco a tornare sui livelli dello scorso anno e segna una doppietta delle sue.

Inzaghi 10: il suo Bologna segna i primi due goal della stagione e porta a casa tre punti fondamentali per il suo campionato, regalando ai tifosi rossoblu (e a quelli Laziali) una domenica epic…oddio…nell’euforia, ho sbajato fratello. Questo era Pippo.

Inzaghi (Simone) 8: conferma Caicedo accanto ad Immobile e il risultato (oltre al goal della Pantera) gli dà ragione. La Lazio gioca una partita da “Banda Inzaghi”, non rischia quasi mai e doma con facilità una squadra storicamente difficile. Chapeau.

Marchetti 8: gli eroi son tutti giovani e belli. Soprattutto quelli del 26 maggio. Le lacrime di Federico Marchetti sotto la Nord sono la prova evidente che la Lazio è un tatuaggio permanente nell’anima di chi l’ha vissuta. Federico Marchetti nella Lazio ha vinto, perso, fatto miracoli ed errori madornali. Ma soprattutto ha vissuto. Senza mai stare un secondo fuori posto. Che Dio ti protegga.

AVANTI LAZIO