LAZIO-FIORENTINA: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6,5: er disimpegno suicida de Wallace lo stava pe’ manda’ bevuto come

Mario Brega, in “Bianco, rosso e Verdone”, quando Verdone se impiccia co’ la Sora Lella sui gradi de parentela durante er controllo della Polizia. E infatti dar labiale catturato dalle nostre telecamere, pare che Strakosha, al momento della sostituzione de Wallace, abbia cominciato a gridaje “Ah ‘nfame! Ah ‘nfamone!”

Wallace 6: quando c’ha la palla tra i piedi lui è come quando squilla er telefono in “Scream”. O come quando metti ner videoregistratore er nastro de “The Ring”. Nonostante le ultime partite non siano state brillantissime, però, Fortuna è stato scelto come testimonial de ‘na famosa marca de lassativi, di cui proponiamo lo slogan in anteprima: “Hai problemi di stitichezza? Palla a Wallace ed evacuamo!”

Acerbi 6,5: quando c’hai accanto Wallace è come fa’ manovra senza specchietti retrovisori.

Radu 7: la difesa della Lazio senza Stefan è come un’infanzia vissuta (versione maschile) senza le ginocchia sbucciate, senza le sfide a calcio tedesco o senza gli interminabili tornei a Subbuteo (versione femminile) senza le improbabili torte fatte col Dolce Forno Harbert, senza gli azzardati outfit di “Gira la moda” o senza le sfilate di Barbie. Stefan Radu è la spina dorsale degli ultimi dieci anni di Lazio e quando c’è lui in campo, ‘sta squadra c’ha sempre un po’ di anima in più.

Luiz Felipe 6,5: quando entri ar posto de Wallace è come se i Franchi, quando se trattò de elegge er Re, al posto de Pipino il Breve avessero eletto Rocco Siffredi.

Marusic 6: c’avete presente la scala evolutiva dell’uomo? Quella che parte dall’Austalopiteco, passa pe’ Neanderthal e arriva fino all’Homo Sapiens? Sì? Beh, ecco, Marusic la sta a percorre ar contrario.

Parolo 7: ha fatto più chilometri lui ieri che ‘a Panda 1000 de mi’ nonna in vent’anni de onorata carriera.

Leiva 6,5: presente a centrocampo come er cliente che er 27 dicembre te se piazza alle nove fori dar negozio e nun vede l’ora che arzi la serranda perché deve fa’ un cambio.

Milinkovic-Savic 6: osserviamo speranzosi le sue giocate attuali con la stessa espressione con cui Nanni Moretti guardava in tv D’Alema e je diceva “di’ una cosa di sinistra!”.

Lulic 6,5: sulla sinistra, efficace come un bicchiere de latte quando devi fa’ scende er tasso alcolemico.

Caicedo 6,5: se Ciro è il killer, lui è Jamie Foxx che lo porta in giro in taxi per tutta Los Angeles (avete mai visto “Collateral”? No? Peccato). Al momento, per il lavoro che fa, merita la maglia da titolare.

Correa 6,5: se je tojete dieci centimetri e je mettete i capelloni, è Felipe Anderson. Paro paro.

Immobile 7: er feeling co’ Caicedo è lo stesso de Rocky e Apollo quando corrono sulla spiaggia in “Rocky III”. Lui però gioca co’ un veleno che pare ce fosse lui in campo a Firenze, tanti anni fa, quando Batistuta ce fece er tre pari a un minuto dalla fine. Oppure quando c’hanno dato otto minuti de recupero nel secondo tempo. Perché Ciro Immobile gioca sempre co’ quella tigna che ce metterebbe un tifoso vero. E anche pe’ questo, il popolo biancoceleste lo ama.

Berisha ng: Inzaghi lo fa entra’ alla fine ma solo perché Manzini j’aveva fatto mette i soldi del campo pure a lui.

Inzaghi 6,5: la sua Lazio viene da un momento difficile ma lui continua imperterrito per la sua strada. Con Caicedo titolare, aggiunge chili in attacco e centimetri sotto la doccia e alla fine della fiera, ha ragione lui. Vince la sfida con Pioli e si gode la sosta in tranquillità.

Treossi 2: non vede un clamoroso laccio californiano di Mirri su Salas in area di rigore viola e consegna così un vergognoso Scudetto al Milan di Zaccheroni. E, pure se so’ passati quasi vent’anni, come direbbe er Marchese del Grillo: “posso essere ancora un po’ incazzato pe’ ‘sto fatto?!”

AVANTI LAZIO

LAZIO-APOLLON LIMASSOL: LE MIE PAGELLE

Proto 6: avecce lui come vice Strakosha dopo un anno de Vargic è come quando scopri er confetto Falqui dopo un mese de stitichezza. È tutto un altro vivere.

Bastos 6: c’ha più cali de tensione lui che un palo della luce in America durante l’uragano Florence.

Acerbi 6,5: ce mette più pezze lui che mi’ madre quando me rammendava i majoni da ragazzino.

Caceres 6: è bello ma ogni tanto balla.

Basta 6: parte bene ma se spegne piano piano. Come le scintille che s’accendono a Capodanno.

Durmisi 6: veloce, tecnico, piccolino. È un Bonetto che ce l’ha fatta.

Badelj 6: ordinato e puntuale come un pacco preso su Amazon.

Milinkovic-Savic 6: secondo me st’estate hanno fatto come co’ Jean Louis Rossini. L’hanno rapito e c’hanno mandato er sosia.

Leiva 6: entra e fa un casino. Come Tosca D’Aquino ne “Il ciclone” quando imbocca nel ristorante do’ stavano a cena le ballerine de flamenco: “Buonasera a tutti, ciprioti e non!”

Murgia 6: nun fa progressi dal 2016. Je se dev’esse bloccato l’ormone della crescita.

Lulic 8: dai su, ma voi veramente pensavate che er poro Senad riuscisse a fare “tutto bene” in un’azione sola. Lulic gioca uno sport a sé: quello in cui l’assist arriva dopo uno stop sbagliato o quando sta in una zona del campo dove nun dovrebbe sta’. Oppure segna, quando la vorrebbe passa’ e la passa quando vorrebbe tira’. Perché Senad Lulic è l’uomo del “vorrei ma non voglio”. E ieri, sinceramente, ha chiesto troppo alle sue capacità. Ma noi, a Senad, che in quella zolla del campo, c’ha regalato ben più ampie soddisfazioni, je volevo troppo bene. E chi lo critica, se merita de passa’ una vita come er Romatriste dopo er 26 maggio.

Luis Alberto 6,5: nell’azione del primo goal duetta con Caicedo manco fossero Wes e Dori Ghezzi.

Immobile 6: dopo un’estate passata a cercaje un vice, se ritrova improvvisamente a vive una notte da vice-Caicedo. E la teoria della relatività de Einstein assume tutto un altro significato.

Caicedo 8: signore e signori, the Man of the Match. È Apollo Creed prima di incontrare Rocky Balboa. Michael Jordan contro i Phoenix Suns nelle NBA Finals del 1993. Martin Luther King durante il comizio al Lincoln Memorial. La Pantera Nera se piazza al centro dell’attacco e prima manda in porta Luis Alberto con un colpo di tacco magistrale. Poi dopo una partita de sponde e sportellate, si procura il rigore che chiude il match. Se facesse pure i goal, sarebbe perfetto. Ma nun je se po’ chiede tutto.

Inzaghi 6,5: l’ampio turnover lo ripaga nei tre punti ma non nella prestazione. La Lazio appare una squadra volutamente diversa da quella dello scorso anno. E nella quale i big ancora devono prendersi la scena. Ma intanto contava vincere. Ed è stato fatto. E questo, al netto del bel gioco, è la sola cosa che conta.

AVANTI LAZIO

TORINO-LAZIO: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6,5: De Silvestri lo impegna subito e lui risponde “presente” come Toto Cutugno a Sanremo. Poi passa la serata a lancia’ con i piedi e se dimostra sicuramente più tecnico der poro Mauricio.

Luiz Felipe 7: concreto ed efficace come un tutorial de Aranzulla.

De Vrij 7: solo tre persone al mondo sono in grado di fare un lancio come quello con cui manda in porta Milinkovic nell’azione del rigore: Andrea Pirlo, ma s’è ritirato l’anno scorso…Stefan De Vrij, ma pare abbia già firmato per l’Inter…e il terzo, beh, il terzo lo chiamavano Bulldozer.

Radu 6,5: gioca la solita partita attenta fino all’infortunio. Quando incrocia De Silvestri che prova ad affonda’ sulla sua fascia, lui se lo guarda come Oronzo Canà co’ Pruzzo e je fa “io ti ho visto nascere…eri un pulcino…facevi ancora “Pio pio”.

Caceres 6,5: sostituisce Radu e passa er secondo tempo a chiedese perché hanno dedicato er nome dello stadio a un film de Clint Eastwood.

Marusic 6: come cantavano Tozzi, Ruggeri e Morandi, “si può dare di più”.

Lulic 6,5: fa una partita talmente ordinata e diligente che, a fine partita, Inzaghi je fa misura’ la febbre.

Murgia 6,5: er mini Parolo se smazza con poca eleganza ma con tanta sostanza.

Leiva 7: biondo, con quello sguardo così profondo, in vena de miracoli a centrocampo, a volte canta e qualche volta porta la croce. Pare che prossimamente sarà il protagonista di un musical ispirato alle sue gesta: “Je suis Leiva Superstar”.

Milinkovic-Savic 8: figlio di un Dio maggiore. Nell’azione del rigore, stoppa il pallone di petto in corsa con la stessa facilità co’ cui Al Bano faceva i figli. Sul goal, se smarca da N’Koulou dopo avergli chiesto “ma lo sai che er cognome tuo è pure un complemento de stato in luogo?”. Nel finale, insieme a Leiva, dà vita ad un’azione volante che rientra di diritto nella categoria dei capolavori incompiuti alla pari de “l’adorazione dei Magi” di Leonardo Da Vinci.

Luis Alberto 6: calcia il rigore con la stessa serenità de quando al supermercato devi ancora imbusta’ tutta la spesa e la cassiera t’ha già fatto er conto.

Immobile sv: la sua ex squadra non gli porta bene. Dopo le nefandezze dell’andata compiute da Giacomelli, ieri lo stiramento che probabilmente, ma speriamo di no, gli fa chiudere in anticipo la sua meravigliosa stagione. Torna presto. Ti vogliamo bene.

Caicedo 6,5: entra al posto di Immobile e fa la sua parte. Nel secondo tempo, fa una progressione alla George Weah ma tira in porta come Berardino Capocchiano. In pratica pare uno de quegli attori porno che gira bene tutte le scene ma, nel momento clou, viene sostituito dalla controfigura.

Lukaku 6: entra al posto de Luis Alberto e non sfigura (almeno sotto la doccia).

Inzaghi 7,5: dopo i risultati di sabato, la Lazio ha la possibilità di allungare sull’Inter. E i suoi ragazzi non si fanno trovare impreparati. Nonostante il rigore sbagliato e due infortuni che potrebbero compromettere il match, la Lazio tiene sempre il comando delle operazioni e porta a casa tre punti fondamentali nella corsa Champions.

AVANTI LAZIO

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