LAZIO-ROMA: LE MIE PAGELLE

Strakosha 8: come ho già scritto un’altra volta, in ogni partita epica c’è sempre quello che resta in campo pur infortunato. Oggi tocca a lui. Perfetto per tutto il match, finisce col braccio al collo in un perfetto mix tra il Pelé di “Fuga per la vittoria” e il Carlo Cudicini di un Lazio-Cagliari di tanti anni fa.

Bastos 8: El Sharaawy se lo vede spunta’ ovunque manco fosse er nero de Whatsapp.

Poi, vista la pericolosità del Faraone metrosexual, Quissanga decide de creasse qualche grattacapo da solo con un par de lisci dei sua. A cui pone prontamente rimedio.

Acerbi 8: se magna Dzeko e quello che resta dell’attaccante bosniaco se lo fa mette in una doggy bag e se lo finisce de magna’ oggi a pranzo.

Radu 8: bullizza er tanto temuto Zaniolo con lo stesso cinico piacere con un cui quelli der quinto te facevano er primino nel bagno alle superiori. Quando Kolarov viene espulso, lui je sorride cor ghigno de Mario Brega quando dice a Verdone: “Ah Sergio, pensa che è mi’ fija…”

Marusic 8: se lui è ancora un giocatore in cantiere, Kolarov è l’anziano che se lo guarda.

Luis Alberto 8: gioca praticamente da fermo ma riesce sempre a offrire la soluzione giusta. Manco fosse er blog de Aranzulla.

Parolo 8: entra e dà sostanza ar centrocampo come er calzino riempito d’ovatta messo nei jeans prima d’anna’ in discoteca nell’anni ‘80.

Leiva 8: se fosse nato settant’anni fa, J. R. R. Tolkien j’avrebbe dedicato “Il Signore del Centrocampo”: un’opera maestosa in cui questo brasiliano dallo sguardo ariano anticipa ogni avversario provi a passare dalle sue parti. De Rossi, Pellegrini e Cristante, al suo cospetto, sembrano elfi che se so’ persi in mezzo ar bosco.

Milinkovic-Savic 8: se sdoppia. Milinkovic fa a spallate co’ Pellegrini, Savic co’ Cristante. E nessuno dei due lo prende mai. Finisce da boa offensiva e offre a Cataldi la palla del 3-0.

Lulic 8: Fiorenzi pare Rovazzi e lui lo asfalta senza pietà. Insieme a Radu organizza er trappolone emotivo in cui i giocatori della Roma ce cascano co’ tutte le zampe. Dando er la ad una delle più grosse rosicate de sempre. Capitano, mio Capitano.

Correa 8: immarcabile. Manda in porta Caicedo con una palla al bacio e poi si prende il rigore che chiude di fatto la partita. Fazio se lo sognerà la notte. E io, se fossi il Tucu, un po’ mi preoccuperei.

Cataldi 8: segna il goal del trionfo al termine di un’azione magistrale. Era già entrato bene a Siviglia, nel Derby conferma quello che già pensavamo da un po’: è un altro Danilo. E va bene così. Senza parole.

Caicedo 8: “spero di venire ricordato per questo goal e non per l’errore di Crotone”. In una serata magica, er buon Felipe dà una lezione di stile ed eleganza a tutti quelli che lo hanno deriso e insultato in questi mesi. Non sarà un cecchino ma è uno che a pallone ce sa gioca’. E mette in porta, sfruttando un cioccolatino di Correa, l’ennesimo goal decisivo della stagione.

Immobile 8: l’arma segreta de Inzaghi. Non è al massimo ma Inzaghi lo mette al momento giusto. Come quando azzecchi la cottura dell’uovo mentre prepari la carbonara. Manda in porta Correa in occasione del rigore e lo realizza con quella rabbia e quella voglia che noi tifosi gli riconosciamo. E amiamo.

Inzaghi 8: è tornato “l’inculatore dei colleghi”. Quello che leggeva le partite in modo perfetto e se portava a casa lo scalpo altrui. Schiera una Lazio a sorpresa lasciando in panchina Parolo e manda Di Francesco in analisi. Per clima, intensità e cinismo, la sua più bella Lazio di sempre.

De Rossi 8: imbolsito, la barba lunga, le occhiaie. Er poro Daniele pare una delle comparse der Trono de Spade. Uno de quelli che è rimasto sul set tutto truccato in attesa comincino le riprese della nuova stagione.

Kolarov 8: rosica come Ultimo ogni volta che sente la parola “Mahmood”. Esce dal campo sconfitto tra i fischi di tutto l’Olimpico Laziale. E quello è il nostro quarto goal.

Totti 8: la faccia da stupidone al terzo goal vale il prezzo dell’abbonamento a DAZN. Grazie per tutte le chicche che continui a regalacce, France’.

AVANTI LAZIO.