SAMPDORIA-LAZIO: LA MIA PARTITA

Sì, ok, Genova puzza de pesce, er mare inquinato, etc, etc. Però alla Sampdoria, dopo la vittoria ai rigori in Coppa Italia e quel 25 aprile del 2010 che ce liberò dar male, nun je se po’ vole’ male. Dai su. Perché quando semo tristi, uno mette gli highlights dei go’ de Pazzini. Pensi che potevi nasce romanista. E allora te rendi conto che la vita è bella. E va bene così. Senza parole. Come resti tu quando, ner momento più bello della partita, dopo un palo preso da Parolo e una costante spinta offensiva alla ricerca del vantaggio, Bastos e De Vrij vanno insieme addosso a Quagliarella manco fosse ‘na bella fica e lasciano solo soletto Zapata, noto rivoluzionario messicano, che porta in vantaggio la Samp. Uno a zero nel momento migliore dei tuoi. E visto che la Lazio viene da un paio de settimane in cui, secondo i dettami della Legge de Murphy, tutto quello che po’ anna’ storto, ce va. Anzi, ce VAR. Tu stai lì, sur divano, e pensi che pure oggi è annata. Perché la Samp in casa ha sempre vinto. Che due settimane fa ha schiantato la Juve. E che. E che. E che cazzo. Pure la Lazio però fuori casa ha sempre vinto. Pure la Lazio ha schiantato la Juve. Per ben due volte addirittura ner giro de pochi mesi. E allora eccola che torna la squadra che comoscevi. Ecco Milinkovic che domina er gioco manco fosse Dart Fener ner villaggio dei Puffi. Ecco Marusic che spigne sulla fascia come un treno de quelli che arrivavano in orario quando c’era lui. Ecco la mischia su ‘na punizione ed ecco la zampata de Sergej a dieci minuti dalla fine che rimette le cose in parità. Uno a uno. E Sergej che se guarda i compagni e je fa er gesto tipo “Annamo, va! Che se inculamo pure questi!”

E mentre la fortissima Samp arranca come Apollo Creed sotto i colpi de Ivan Drago, eccolo il momento definitivo. Quer momento in cui er Sergente decide de fa’ come je pare. Pesca in area de rigore con la precisione de Sampei la Pantera Nera. Che dopo ave’ chiesto a Immobile “Ce penz tu, Ciru’?!”, s’appropria der pallone vagante e regala i tre punti alla Lazio. E il VAR muto. Sto cazzo de VAR che pare ‘na socera che vole mette bocca su tutti quelli che so’ i cazzi della Lazio. ‘Na socera che però fa pippa quando se tratta de anna’ a rompe i cojoni a qualcun altro. E mentre Caicedo se concede una delle esultanze più belle della storia. Mentre Inzaghi s’abbraccia Leiva e Lulic come er soldato Ryan dopo che è stato salvato. Mentre i giocatori vanno a esulta’ sotto il magnifico settore ospiti. Capisci pe’ l’ennesima volta che sta squadra c’ha du’ palle così e che pe’ fermalla ce vole solo ‘na Vagonata de Acchitti Reiterati. In poche parole: VAR.