A QUELLI COME NOI

A quelli come noi, ci ha fregato la “sindrome da campeggio”, quella sensazione eterna di chi pensa che la vita sia una lunga, meravigliosa estate.

Che la vita sia piantare la tenda dove capita, perché tanto il mare è ad un passo. E ci si arriva correndo e gridando.

Che il campo da pallone sia sempre lì, alle spalle della pineta, dove possiamo giocarci per ore fino a che non faccia buio. Fino a che la cena non è pronta. Fino a che tuo padre non ti viene a cercare in bicicletta per sapere che fine hai fatto. Ignaro che tu ti sia sentito, per un interminabile pomeriggio, Ruben Sosa o Marco Van Basten.

A quelli come noi, ci hanno fregato i sorrisi. Quelli carpiti di sfuggita ma ugualmente catturati, durante i falò. Cantando Lucio Battisti e bevendo Peroni. E assaporati, finalmente, durante il bagno di mezzanotte. Quando il buio e il mare diventano i primi vetri appannati della nostra vita.

A quelli come noi, ci hanno fregato le amicizie che non muoiono mai, perché d’estate siamo tutti perfetti, senza difetti e indimenticabili. Tutti sempre con qualcosa di interessante da dire. Con una nuova barzelletta da raccontare. Perché in campeggio, non ci si annoia. E, soprattutto, non si invecchia. Mai. Al massimo, si cresce.

A quelli come noi, ci hanno fregato il calcio balilla e il tavolo da ping-pong, piccoli regni dove far risaltare la nostra prima virilità e i nostri talenti in erba. Anche contro gli adulti.

A quelli come noi ci ha fregato il gommone che ci accompagnava al largo. Dal quale facevamo i tuffi per ore, come se non ci fosse un domani.

A quelli come noi, ci ha fregato il panorama. Quell’orizzonte sconfinato che solo chi ha avuto il mare davanti può capire. Quella vastità che profuma di sogno e speranza. Di nuova opportunità.

A quelli come noi, ci ha fregato la doccia dopo la spiaggia. Quella fredda. Che ci toglieva gli ultimi residui di sabbia e che giustificava le mani un po’ ovunque. Quella che sulla pelle calda e abbronzata provocava un brivido di piacere e contrasto.

A quelli come noi, ci ha fregato l’estate.

Perché, nonostante gli anni che passano e le esperienze che si fanno, ci troviamo sempre impreparati quando la gente ci trascina giù.

Nel proprio inverno.

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