REINA 8: all’80esimo Lotito je manda ‘na whatsappata: “Guarda che se nun fai manco ‘na parata, devi paga’ er bijetto”. E allora lui, d’accordo coi compari della difesa, pochi minuti dopo, concede a Dzeko l’illusione dell’occasione mancata quando invece era solo un modo pe’ sfanga’ i venti euro de ‘na Curva.
LUIZ FELIPE 8: nella giornata ubriacante di Lazzari, lui è l’amico sobrio che riporta tutti a casa.
PATRIC 7: entra co’ la stessa foga e lo stesso entusiasmo con cui un pischello se butta in mezzo a ‘na gang bang organizzata dall’amici sua più grandi.
ACERBI 8,5: quando se toje i pantaloncini pe’ fasse la doccia, capisce finalmente cos’era quella cosa che j’aveva dato fastidio pe’ 98 minuti: era Dzeko. Se l’era messo in saccoccia a inizio partita e s’era dimenticato esistesse.
RADU 8: se la comanda sul centro-sinistra come Tony Soprano nel New Jersey.
HOEDT sv: co’ quei lineamenti da poster centrale de un qualsiasi numero de “Cioè”, Inzaghi lo fa entra’ solo pe’ controbilancia’ l’invadente estetica aggressiva der Pirata.
LAZZARI 10: la partita più sontuosa di un esterno destro Laziale da quando seguo il calcio. E per di più in un Derby. Andrebbe vista pe’ esse raccontata senza perdese nemmeno un dettaglio. E infatti Ibanez e Spinazzola, pe’ vede’ com’è fatto e come ha giocato, se so’ dovuti rivede la partita su SkyQ.
MARUSIC 7: se Lazzari è Batman, lui è Robin. E, nonostante Cesare Cremonini ce l’abbia spiegato in maniera meravigliosa, trovare uno che sa stare al suo posto senza strafare, in una serata così, è altrettanto bello.
LEIVA 8: Villar de qua. Villar de là. Una settimana a facce crede che ‘sto pischello che fino a du’ minuti prima giocava in serie B in Spagna era il nuovo Xavi. E poi finalmente arriva er buon Lucas, vecchio filibustiere del cerchio de centrocampo, a ricorda’ a tutti che er mestiere der centrocampista è er giusto mix tra tecnica, senso della posizione, lettura dell’azione e qualche sana randellata senza pudore alcuno.
ESCALANTE 7: quando tutto gira per il verso giusto, pure Escalante te sembra Xabi Alonso.
MILINKOVIC-SAVIC 8: lui sta a Lazzari come Miwa stava a Jeeg Robot d’acciao. Passa la partita a lanciaje i componenti pe’ distrugge la fascia sinistra giallorossa.
LUIS ALBERTO 10: come er numero de maja. Fonseca se suicida cor doppio mediano e er doppio centrocampista creando una terra de nessuno dove er Maestro spagnolo fa er cazzo che je pare. Lui ripaga con una doppietta d’autore e un bullismo tecnico che manda in analisi tutto er centrocampo giallorosso.
CAICEDO 7: dopo aver inaugurato la “Zona Caicedo”, questo Derby passerà alla storia per la “Zolla Caicedo”: quer pezzo de terra tra palla e portiere in cui le recriminazioni dei romanisti se scontrano co’ la dura realtà: Orsato dice che er go’ è bono (sicuramente più de quelllo de Turone) e se lo dice Orsato, che dar 26 maggio 2013 è uno de famiglia, a noi nun è che va bene. Va benissimo.
AKPA AKPRO 7: in un Derby così, è capace che accada l’imprevedibile. E quindi non solo non viene ammonito appena entrato ma fornisce pure l’assist per il terzo goal: un toccasana per tutti i fantallenatori che hanno scommesso su di lui (er padre e la madre, credo).
IMMOBILE 8,5: negli spogliatoi lucida al meglio la Scarpa d’oro e poi, pronti, via, dopo quindici minuti piazza la palla sotto l’incrocio dei pali, avventandosi sul pallone con la stessa foga con cui Cannavacciuolo divorerebbe un piatto de bucatini. Attaccante superlativo, calciatore in grado di giocare per sé e per i compagni, fa diventare Smalling più piccolo di quello che dice er cognome.
MURIQI sv: stavolta c’ha troppi pochi minuti a disposizione pe’ facce bestemmia’ e pensa’ che co’ 20 milioni…vabbè, avemo vinto e quindi sticazzi…pure Muriqi diventa forte e bello…no, bello no. Nun gliela posso fa’.
INZAGHI 10: c’è Lui. E tutta la rosa e lo staff dietro di lui. Abbracciati ad aspettare il triplice fischio. Basta quest’immagine a dipingerne la grandezza. Umano e mortale come tutti noi. Molte volte le azzecca. Qualche volta sbaglia. Ma la sua figura è così rassicurante, familiare, emozionante, tranquillizzante e terapeutica che chi non vuole bene a ‘sto Mister, mi dispiace, ma non si può classificare come Laziale.
CARESSA 10: “che poi se non ricordo male sono parecchi anni che la Lazio non vince con tre goal di scarto.” Silenzio. Controllo statistico sul pc. E poi. “No, in realtà vinse sempre 3 a 0 due anni fa.” Sipario.
MANGIANTE 10: Caressa a un certo punto lo chiama in causa sul 3 a 0 e lui sbuffa. Sbuffa. Sbuffa. Lasciando intendere a tutti gli spettatori il grande dramma umano che stava vivendo. Senti a me, Angiole’: era mejo resta’ a aspetta’ er poro Malcolm a buffo a Ciampino. C’avresti messo più dignità.
LA CURVA SUD 10: finalmente, grazie agli effetti speciali de Sky, so’ riusciti a fa’ ‘na coreografia decente.
RIZZITELLI 10: ascolta, Ruggie’, mo’ te spiego ‘na cosa: a noi romani, per citare l’indimenticato Finocchiaro, la battuta ce piace. E ce piace pure lo sfottò. Ce l’abbiamo nel sangue entrambi. Sappiamo essere taglienti, cinici, a volte un po’ volgari ma sappiamo cogliere nel segno con uno stile tutto nostro. E il Derby è da sempre un pretesto per permettere alle due facce della stessa medaglia cittadina di dare il meglio di sé. Noi ne siamo perfettamente consapevoli. Come sappiamo che il Derby è come la vita: c’è il momento per essere martello e quello, purtroppo, in cui bisogna saper essere incudine. E lo sai il problema tuo qual è? Tuo e di tutti quelli che come te, venendo da fuori, cercano di farsi accettare scimmiottando un modo di essere per voi innaturale? Che andate sempre oltre, che la fate fori dal vasetto. Trasformandovi nell’iperbole di uno stile di vita che già nella sua versione originale ha messo da parte ogni briciolo di sobrietà. Solo che a forza de fa così, se diventa credibili come Celentano quando faceva “Rugantino” (solo che Celentano è un genio e je se perdona tutto). Hai voluto strafa’? Hai scelto di etichettare il Derby come “un’amichevole” e la Lazio come “una piccola squadra”? Ed ecco qua il risultato. Quello che te posso dì’ è che da venerdì sera, de sicuro, te volemo più bene noi Laziali che i romanisti. E per citare un grande della comicità romana, nun me resta che salutatte come fece Mario Brega co’ Carlo Verdone all’inizio de “Un sacco bello”: “Vie’ qua’! Fatte abbraccia, Ruggie’’!”
AVANTI LAZIO.