HYSAJ 6: C’ha la grande capacità de fa danni pure quando la situazione è apparentemente tranquilla. Tipo Verdone quando manda bevuto Mario Brega in “Bianco Rosso e Verdone”: “M’hai fatto carcera’! A ‘nfame! A ‘nfamone!”
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LAZIO-ROMA: LE MIE PAGELLE
PEDRO 10: inutile nascondersi dietro a un dito. Il goal suo lo aspettavano tutti i Laziali e lo temevano tutti i romanisti. E siccome uno più uno, a Roma, fa ancora due, eccolo qua. Piattone chirurgico dal limite dell’area ed esultanza catartica senza alcun rimpianto per il suo passato sbagliato. E poi disimpegno con busta e umiliazione sul loro Zaniolo che lo sta ancora a cerca’. Prossimamente su Netflix, una serie dedicata a lui: “Ex Maleducation”.
LAZIO-SARRI: LE MIE PAGELLE
LOTITO 10: la verità è che lui Sarri lo voleva da mo’. Ma c’aveva Inzaghi che co’ ‘sta storia della Lazialità nun se voleva schioda’ da Roma e, soprattutto, Maurizio Sarri si era appena accordato con la Roma. E allora tra il dire e il fare, Claudione mette in mezzo Tare.
26 MAGGIO 2013: LE MIE PAGELLE
Marchetti 72: reattivo in diverse occasioni. Ma soprattutto se nella storia rimarrà per sempre Lulic71 è anche perché c’è stato un Marchetti decisivo al 72esimo.
Cana 7: “e sornione sta arrivando Cana nell’area della Roma…” risuona come un barbarico Yawp sopra i tetti del mondo.
Ciani 8: è sua, nei minuti di recupero, la spazzata che chiude il match. Ma il voto è soprattutto per quel colpo di testa al novantacinquesimo contro il Siena senza il quale non saremmo arrivati qui.
“Cianiiiiii! Cianiiiii!!”
Radu 7: er calcio in culo a Lulic dopo er go’ entra di diritto nelle esultanze più belle de sempre.
Candreva 7,5: fortuna vuole (sempre mejo che Fortuna Wallace) che er cross più importante della sua carriera lo sbagli. Pe’ regala’ a Lobont la possibilità de offri’ a Lulic er momento più epico della sua vita.
Ledesma 8: zoppicando, abbracciato a Manzini, in lacrime entrambi, verso la Nord a fine partita è il quadro carico di Lazialità che abbellisce un pomeriggio indimenticabile.
Lulic 71: solo lui, con la sua coordinazione che sfida ogni principio della gravità poteva mettere in porta con nonchalance una palla che lo aveva preso in controtempo. Segna il goal che decide il match e che creerà uno spartiacque profondo tra le due sponde della Capitale. Senad Lulic, un uomo chiamato Leggenda.
Mauri 7: sarebbe capace de trova’ un corridoio pure entrando dentro casa de ‘no sconosciuto, ubriaco e al buio. Suo il filtrante che manda al cross Candreva. Sua l’esultanza rabbiosa, orgogliosa ed elegante verso la Nord dopo il goal di Lulic.
Klose 7: passa tutta la partita a rimpiange de nun ave’ fatto la carriera der Pupone.
Petkovic 8: gli basta una stagione per entrare nella storia della Lazio. Elegante, bellone, signorile. Lo stile Lazio in panchina nel giorno più importante.
Lobont 9: solo uno nato lo stesso giorno di Lulic poteva’ mette sui piedi de Senad, la palla più importante della storia del calcio romano.
Marquinhos 8: in un fermo immagine che immortala Lulic sgraziato giustiziere, lui è il contraltare trafitto.
De Rossi 8: dispiace vedere un guerriero come lui in lacrime dopo tante battaglie onorate lealmente. Però, Danie’, nun te scoraggia’. Ho dato un’occhiata al calendario e il prossimo 26 maggio de domenica capita nel 2019. Hai visto mai che riesci a celebra’ qualcosa de importante proprio quel giorno?
A Pallotta, l’ardua sentenza.
Totti 8: come al solito decisivo nelle partite che contano. Da un suo fallo a centrocampo, infatti, nasce l’azione che regalerà la Coppa ai biancocelesti. Si consoli, Francesco: è ancora nel pieno delle forze e avrà tutto il tempo per alzare trofei.
Andreazzoli 8: tiene Pjanic e Osvaldo in panchina. Mette Marquinhos terzino destro. E soprattutto, fa un piccolo passettino indietro per permettere ai Laziali di esultare in tranquillità. Chapeau. Avrà tempo per rifarsi. Magari il prossimo 26 maggio di domenica, anche lui.
Pallotta 8: ok, la sconfitta è epocale. Ma sono sicuro che impegnandosi, il buon James riuscirà a fare anche di meglio.
Antinelli (inviato Rai a bordo campo) 8: “È il momento migliore della partita questo, per Andreazzoli” dice lui al 70esimo. Con un Hernanes in tono minore, il vero Profeta di questa Finale è decisamente lui.
AVANTI LAZIO
BUONE VACANZE (stavolta per davvero)
ATALANTA-LAZIO: LE MIE PAGELLE
Strakosha 6,5: reattivo e sicuro tra i pali. Efficace anche in presa bassa. Però, all’ennesimo rinvio sbajato, Acerbi se lo guarda e je fa: “Ah regazzi’, mo’ t’o buco quer pallone!”.
Luiz Felipe 7: concentrato e sul pezzo come Valentina Nappi quando prende il Fake Taxi.
Acerbi 7: con l’Atalanta ha un conto in sospeso dalla partita dell’andata, quando il VAR je tolse un goal per una questione di millimetri, dopo cinque minuti di consultazioni. Stavolta je tocca Zapata e lui, come già fatto con Icardi e Piatek, se lo lega agli scarpini e lo porta a fa’ il tour dello Stadio Olimpico senza faje tocca’ ‘na palla.
Bastos 6: nun ve lasciate inganna’ dalle immagini. Quello non è mai rigore. Semplicemente perché quello non era il braccio…
Radu 6,5: entra a freddo mentre stava a scambia’ i doppioni delle figurine Panini co’ Manzini e comincia a fa’ ciò che ogni difensore del mondo che meriti ‘sta qualifica dovrebbe fare: legnare Ilicic come se non ci fosse un domani.
Marusic 6,5: Inzaghi je dice de dedicasse a Castagne e lui, complice er clima invernale, se piazza all’angolo tra via Condotti e Piazza di Spagna a vende i cartocci a 6 euro.
Lulic 71: Inzaghi je dice de guarda’ Hateboer e lui passa tutta la partita a fissallo nell’occhi. Dimenticandose però de scende sulla fascia. Alza al cielo la Coppa Italia che dal 2013 dovrebbe portare il suo nome. Quasi quasi lancio ‘na petizione su Change.org.
Parolo 7: due anni fa, era arrivato alla finale in condizione fisiche pietose. Stavolta, il turnover ce lo consegna fresco e pronto per la battaglia. Peccato l’età sia impietosa. Perché uno come Marco Parolo serve sempre. Perché uno come Marco Parolo sa sempre quello che deve fare. E lo fa sempre nel modo migliore. Faccia pulita e buone maniere. Marco Parolo, Laziale d’adozione. Laziale vero.
Leiva 8: un gigante. Sradica palloni. Detta i tempi. Randella quando c’è da usare le maniera forti. E pennella il calcio d’angolo decisivo. Lucas Leiva sta a ‘sta squadra come Ennio Morricone sta ai film di Sergio Leone. Imprescindibile e abbellente.
Luis Alberto 7: co’ Correa se intende a meraviglia manco fossero Al Bano e Romina sul palco de Sanremo mentre cantano “Felicità”. Esce incitando i compagni a crederci fino alla fine.
Milinkovic-Savic 8: sfrontato e spavaldo come Tony Manero il sabato sera. Entra a partita in corso e cambia la storia del match con la specialità della casa. Il goal del Sergente sarà per i bergamaschi un incubo ricorrente per molti anni: un po’ come er furto del pupazzetto de Zorro pe’ Salvini.
Correa 8: il goal che chiude la partita è di una bellezza disarmante. Astuzia, classe, velocità e lucidità. C’è tutto. E pure qualcosa di più: il fiato sospeso di un popolo intero che passa da stupore a delirio in un crescendo rossiniano che rimarrà scolpito in eterno.
Immobile 6: ‘sto periodo è lucido come Andrea Diprè dopo un festino co’ Sara Tommasi.
Caicedo 7: nessuno c’avrà fatto caso, ma sul go’ de Correa fa ‘na cosa tipo rugby: un calcione alla cazzo de cane che lancia er Tucu verso la gloria.
Inzaghi 8: l’ha vinta lui. Con Marusic titolare. Bastos tolto mezz’ora. E i cambi del Sergente e Caicedo. L’ha vinta lui. E quando certi tifosi cominceranno a pensare che il proprio giardino non ha nulla da invidiare ad altri più celebrati non sarà mai troppo tardi. Tra un Inzaghi e un Gasperini, mi prendo sempre il primo. E spero che rimanga alla Lazio ancora per molto. E se così non sarà, non finirò mai di ringraziarlo per avermi mostrato una delle squadre più Laziali di sempre. Grazie Mister. Ti voglio bene.
Gasperini 8: il più serio candidato alla panchina della roma ha già cominciato a studiare la storia della sua futura squadra per non presentarsi a Trigoria impreparato. Il problema è che ha iniziato con il capitolo sbagliato. Quello della Coppa in Faccia. Tanti auguri Mister. E cento di queste serate.
La Settima 7: un numero che ritorna spesso nella storia della città. Sette sono i colli. Sette sono i goal che la roma ogni tanto decide di regalarsi e regalarci. Sette sono le Coppe Italia vinte dalla Lazio. Poi uno dice che sette pijo per il culo, caro romanista, nun c’ho ragione.
Buone vacanze a tutti, amici miei. Le pagelle, per quest’anno, finiscono qui. Nel migliore dei modi possibili.
AVANTI LAZIO
SAMPDORIA-LAZIO: LE MIE PAGELLE
Strakosha 6,5: su Ramirez è reattivo come Salvini quando c’è ‘na nave de profughi a tre chilometri dalla Sicilia. Nel secondo tempo, è fortunato sul tiro de Murru. Ma dopo tutti i pali quest’anno, er colmo sarebbe stato quello de prende un go’ co’ ‘na carambola palo-schiena. Almeno pe’ stavolta, er Dio del Calcio ha chiuso un occhio.
Wallace 6: c’ha sempre quell’aria un po’ imbranata tipica de chi sta a passeggia’ con la donna della sua vita ma ha appena pestato la merda.
Acerbi 6: e ‘na volta Patric e Radu. La volta dopo, Luiz Felipe e Bastos. ‘Na volta ancora Wallace e Podavini. Ve vojo vede a voi gioca’ sempre bene quando er Mister te cambia i partner de reparto co’ la stessa frequenza co’ cui Belen cambia fidanzato.
Bastos 6,5: rientra in quel pacchetto di giocatori che certi “tifosi” amano definire “pippe”. Criticato, perculato, ma, quest’anno, ogni volta che è stato chiamato in causa, ha sempre risposto presente e non ha mai sbagliato una partita. Er Caicedo della difesa.
Rómulo 7: pare che quando è arrivato a Formello a gennaio, nello spogliatoio se sia presentato così: “Il mio nome è Romulao. Sergio Romulao!”
Marusic 6: Inzaghi prima de fallo entra’, se l’è abbracciato a bordo campo, j’ha indicato Rómulo e j’ha spiegato, a modo suo, perché j’ha preferito l’ex genoano: “‘O vide, Marusic, quanto è bello? Spira tantu sentimento!”
Lulic 6: che stratega! Se fa ammonì apposta pe’ nun gioca’ domenica contro l’Atalanta, facendoli abitua’ a Durmisi, e cojeli così de sorpresa in finale. Ne sa una più der diavolo, er vecchio Senad.
Cataldi 6: il tiro a giro di sinistro con cui piega le mani a Olsen chiude il match e lo consegna di diritto…ah no…questa è la pagella der Derby. 💦💦
Badelj 6,5: entra e fa’ girare la palla molto bene. Ed è infinitamente meglio quando la cosa je riesce al singolare e non al plurale come in gran parte delle partite quest’anno.
Leiva 6: partita in tono leggermente minore rispetto al solito. È come la carbonara con la pancetta. Te la mangi sempre ed è sempre bona. Ma lo senti che c’è quer qualcosa de nun so che.
Parolo 6,5: festeggia con una vittoria e con la solita partita di sostanza le 300 gare in serie A. Di lui non mi ricordo una partita in cui non sia uscito con la maglia sudata. E per questo, tutti i tifosi della Lazio je vojono bene. Però per quel go’ all’ultimo minuto che ce facesti a Cesena, ancora me rode un po’ er culo. Questo almeno me lo concedi, Marcoli’?
Correa 7: è come ‘a palpebra. Quando cala lui, la Lazio nun vede più la porta.
Caicedo 8: devastante. Sul primo goal pareva Boksic. Sul secondo Bobo Vieri. E allora ho spento la tv e ho cominciato a piagne perché me sembravo Giovanni: “Non ce la faccio! Troppi ricordi!”
Immobile 6,5: Ciro mo, te volevo di’ che er coro che noi Laziali cantiamo ai nostri bomber “Prendi il palo, la traversa, Ciro-goal, butta giù la porta…” poi finisce con “facci un goal!” E faccela canta’ tutta ‘sta canzone, pe’ ‘na volta! E che cazzo!
Inzaghi 7,5: per il terzo postulato della Lazio “ad ogni vittoria in coppa (specialmente in trasferta), corrisponde una figura di merda uguale e contraria tre giorni dopo”. Alzi la mano chi non ha pensato questo al fischio d’inizio. “Tanto a Genova te pare che vinci?” E invece la banda Inzaghi smentisce tutti e porta a casa tre punti che potevano essere più tranquilli. Dando un senso al trionfo con il Milan ma aumentando al tempo stesso i rimpianti per i tre punti persi con il Chievo. Ma lo so io e lo sapete voi. Se avessimo vinto col Chievo, a Genova avremmo perso. E allora famo che è ita così e che queste che avete appena letto so’ le pagelle de Lazio-Chievo.
AVANTI LAZIO
MILAN-LAZIO: LE MIE PAGELLE
Strakosha 6: dopo la parata su Calabria, resta talmente inoperoso che chiama er ristorante de Cracco e se fa’ manna’ ‘na Margherita co’ JustEat. Che je costa quanto er premio partita.
Bastos 8: insuperabile in fase difensiva e pericoloso in avanti. Una sicurezza come er bangladino aperto a mezzanotte quando te viene voja de birra.
Acerbi 8: torna sul luogo del delitto dopo dieci giorni e sfodera l’ennesima prova tutta testa e anticipo. Pare che Piatek dopo l’ennesima partita contro Acerbi in cui nun l’ha strusciata, se sia fatto tatua’ un pallone sull’avambraccio. “Così almeno qualche volta lo vedo” pare abbia detto a Gattuso.
Luiz Felipe 6,5: co’ Bastos e Acerbi vicino, poi gioca’ pure a occhi chiusi. Lui lo fa. Altrimenti se sarebbe accorto de quanto fosse brutto Castillejo.
Rómulo 7: passa tutta la partita a conta’ i falli che je fa’ Laxalt. Ogni volta che je parte er doppio passo in loop, do’ ‘na botta ar televisore perché penso se sia inceppato er segnale.
Lulic 6,5: c’ha quella fantastica capacità de fa’ sempre la scelta sbajata che lo vedrei bene come segretario der PD.
Leiva 7,5: trasmette più sicurezza lui in mezzo ar campo che Mitch Buchannon sur bagnasciuga.
Milinkovic-Savic sv: vedello zoppica’ felice pe’ esse andato a festeggia’ il goal de Correa m’ha commosso tipo “L’attimo fuggente” quando i pischelli salgono sulla scrivania pe’ saluta’ er professor Keating.
Parolo 6,5: l’amico tuo che chiameresti quando le guardie stanno pe’ anna’ a perquisitte casa.
Luis Alberto 7: Inzaghi je chiede de sacrificasse e mettese a disposizione dei compagni e allora lui va all’Auchan a fa la spesa a Immobile, passa alla posta pe’ paga’ la bolletta del gas a Caicedo e poi se ferma dar parrucchiere a prende lo shampoo pe’ Manzini.
Badelj 6: l’unico Milan felice ieri sera.
Correa 8: nella serata del karma perfetto, lui è quello che l’ultimo goal in campionato lo aveva fatto proprio al Milan. I primi cinque minuti so’ teribbbili (pronunciato con la voce de Verdone). Poi però entra in partita e i difensori rossoneri lo vedranno solo quando a Milanello verranno consegnate le foto dell’autovelox. Segna il goal della vittoria con un tocco di fino che di solito si elargisce nelle partite di calciotto quando ormai er custode der campo t’ha detto che l’ora è scaduta ma tu voi comunque fini’ l’azione e er portiere avversario sta anna’ a fasse la doccia e s’è tolto pure i guanti.
Caicedo 6,5: entra al posto de Correa e oltre a fa più sponde de un tavolo da biliardo se butta in area de rigore con la stessa credibilità con cui Maurizio Costanzo se mette a da’ lezioni de dizione.
Immobile 7: ok, nun segna. Ma manda in porta Correa alla fine di un contropiede perfetto e tiene il pallone incollato al piede quando è il momento di guadagnare tempo e metri. L’impegno non è mai mancato. I goal torneranno.
Inzaghi 8: sì, ok, avemo perso col Chievo in casa (ma so’ pure 17 anni che perdemo cor Chievo in casa). Però prepara la partita in maniera perfetta, sbanca per la terza volta quest’anno San Siro e la sua squadra finisce facendo il torello nella Scala del calcio. Quando sento gente che invoca Giampaolo, recordman de esoneri, e De Zerbi me viene ‘na tristezza che manco er passero solitario de Leopardi.
I 4000 di San Siro 10: tutti noi temevamo il trappolone mediatico ma sugli spalti la risposta è stata perfetta. Il 12esimo in campo nonostante avessero di fronte 60000 milanisti. E una finale da vivere da protagonisti per chi c’ha sempre creduto.
Calhanoglu 8: nun fa in tempo a entra’ che la Lazio segna. Quando se dice ”cambio azzeccato”.
Cutrone 8: il karma di questa serata magica colpisce anche lui. L’anno scorso si era reso protagonista di uno dei tanti scempi arbitrali perpetrati nei nostri confronti. Quest’anno, segna, sì, di testa, ma in fuorigioco. E l’urlo del goal je resta strozzato in gola. Peccato, Cutro’.
Kessié e Bakayoko 33: chissà chi dei due avrà l’onore di conservare nel cassetto la maglia del finalista di Coppa Italia. Magari potrebbero chiede ad Acerbi de mannajene un’altra così non litigano.
Pazzini 10: so’ passati nove anni da quel giorno. Da quando un Pazzo fece impazzì mezza città. Facendo gode l’altra mezza. E noi non abbiamo mai smesso di volerti bene e celebrarti. Perché se Roma quel 25 aprile venne liberata è solo grazie a te. Grazie ar Pazzo.
AVANTI LAZIO
LAZIO-PARMA: LE MIE PAGELLE
Strakosha 6: talmente inoperoso che a un certo punto pe’ aggiunge un brivido alla partita, manda un messaggio a Grigioni e je dice “Mo’ je faccio er Carrizo!”. Et voilà, piazza una gambeta che fa risuona’ un barbarico “Mortaccitua” sopra i tetti de Ponte Milvio.
Patric 6,5: pe’ 77 minuti pare er perfetto mix tra Jaap Stam, Massimo Oddo e il mio amico Ricky (pe’ chi se lo ricorda). Poi vede Sprocati, se ricorda dei bei selfie che se so’ fatti in ritiro e je lascia via libera per il go’ della bandiera.
Acerbi 7: mastica Inglese. Ma non nel senso del parlare benino la lingua d’oltremanica. No. Ciancica Inglese e nun je fa’ tocca’ un pallone.
Radu 7: passa tutta la partita a cerca’ de fa’ capi’ a Gervinho come j’è cambiata in mejo la vita dopo er trapianto de capelli.
Marusic 7: lui è tipo le offerte 3×2 dei supermercati. Per la serie: “Compri Rómulo a gennaio pe’ riacquista’ er Marusic dello scorso anno a marzo”.
Lulic 7,5: dì la verità, Senad, sur go’ volevi crossa, eh? Dai, a me, me lo poi di’! Tanto ‘ste pagelle nun le legge nessuno.
Durmisi 6: entra in tempo pe’ magnasse er go’ più inutile della giornata calcistica.
Leiva 7: gioca ‘na partita intensa pur stando attento a non riceve l’ammonizione che je costerebbe la squalifica. Onore al diffidato Lucas.
Cataldi 6: entra al posto di Leiva ma stavolta non mette er sigillo. D’altronde, mica giocamo sempre contro la Roma, no?!
Milinkovic-Savic 6,5: manda in porta Marusic e poi canta e porta la croce come Jesus Christ Superstar. E se l’attesa del Milinkovic dello scorso anno fosse essa stessa Milinkovic?
Luis Alberto 8: vabbe, er rigore è ‘na busta de fave tipo quelle che tirava Tommaso Rocchi ma il raddoppio è da cecchino e l’assist da calcio d’angolo per Lulic un cioccolatino. Nel mezzo una partita piena di contenuti e di foga agonistica, con un pizzico di sfumatura polemica. Dopo sei mesi passati con il supplente, è tornato finalmente il Maestro.
Correa 7: pericoloso nella trequarti del Parma come Al Bano in Ucraina.
Caicedo 6: dopo tutti ‘sti go’ decisivi, er Panterone vede che la partita è troppo facile e se prende ‘na domenica de vacanza.
Pedro Neto 6: per la teoria del caos, ogni volta che Pedro Neto entra in campo, da qualche parte nel mondo scatta una clausola contrattuale che fa aumenta’ in automatico lo stipendio a Fortuna Wallace.
Inzaghi 8: continua il periodo felice della Lazio dopo il dominio nel Derby e il pareggio pieno di rimpianti di Firenze. Dà nuovamente fiducia a Patric e tiene ancora fuori Parolo ma la Lazio sembra finalmente tornata quella dello scorso anno. Quattro goal nel primo tempo sono tanta roba. L’unico rimpianto è non averne fatti altrettanti a Firenze. E in una settimana in cui le altre regalano passi falsi come se piovesse, la Lazio risponde presente.
AVANTI LAZIO
LAZIO-EMPOLI: LE MIE PAGELLE
Strakosha 6: testimonial della prossima campagna pubblicitaria di Amazon: “Sapete perché non esco mai? Perché compro tutto online’.
Acerbi 7, Radu 6,5, Bastos 6: nella difesa a tre, loro so’ come “Il Volo”. C’è er bravo ragazzo (Acerbi-Piero) che parla sempre della famiglia, er fijo de ‘na mignotta (Radu-Gianluca) che ammicca sempre alle fan e poi c’è er tontolone (Bastos-Ignazio), quello che vole scopa’. Ma vede scopa’ l’altri.
Romulo 6,5: e io che invece pensavo fosse solo ‘na trovata pubblicitaria de Tare pe’ l’uscita de “Il primo Re”. Invece esiste e fa quello che dovrebbe fare un esterno destro. Corre. Crossa. E fa pure qualche diagonale. Benvenuto.
Lulic 6,5: quando le partite se mettono alla cazzo de cane, lui se esalta sempre. Perché è nel caos, che Senad Lulic trova la via della Luce.
Leiva 6: Leiva. Ma non Leivissimo.
Berisha 6: parte palla ar piede, sterza, se gira e se rigira su se stesso e poi la passa dietro. Un po’ come quello che nelle risse parte subito pe’ mena’ tutti ma poi rallenta sperando che qualcuno lo fermi perché in realtà se sta’ a caca’ sotto.
Badelj 6: entra in campo co’ l’entusiasmo e la forma fisica della Berté alla quarantacinquesima partecipazione al Festival de Sanremo.
Milinkovic-Savic 6: sarà che da lui te aspetti sempre qualcosa de più. Che pure quando fa la partita normale, pensi che abbia giocato de merda. Un po’ come Patty Pravo: ami come canta, ma nun poi nun pensa’ a che cazzo de capelli s’è fatta.
Cataldi 6: nervoso come Toto Cutugno quando ha smesso de arriva’ secondo.
Correa 6: moscio e senza brillantezza. Un po’ come Baglioni quest’anno.
Caicedo 7,5: “no, non è un bomber. È Caicedo!” canterebbe Achille Lauro. Ma in due partite complicate, ha portato sei punti alla causa. Mettetece ‘na pezza. Quando Correa ha provato a portaje via il pallone del rigore, lui se l’è guardato. J’ha sorriso tipo Mario Brega a Verdone quando je dice “Ah Sergio, pensa che è mi’ fija!”. E j’ha detto a bassa voce: “tiralo pure te, poi però se vedemo sotto la doccia…”
Pedro Neto 7: entra e fa quello che chiediamo ai nostri giocatori da 119 anni quando la squadra vince ma è in difficoltà: va fino alla bandierina del calcio d’angolo per perdere tempo e cercare di guadagnare uncalcio d’angolo. Basta questo per amarlo già.
Inzaghi 6,5: la sua Lazio è costretta a giocare la terza partita in soli sette giorni e ottiene il massimo nonostante sia rimaneggiata tipo la Vanoni dopo er trentatreesimo lifting. Abbiamo sempre chiesto a questa squadra, meno goal ma più capacità di soffrire. Ed eccola qua: la squadra che sa vincere anche uno a zero.
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FROSINONE-LAZIO: LE MIE PAGELLE
Strakosha 7: passa er primo tempo a cerca’ su Internet un posto dove compra’ la mozzarella de bufala nelle vicinanze dello stadio. Nel secondo, salva er risultato co’ la prontezza de riflessi co’ cui Jerry Calà se spoja davanti a Sabrina Salerno in “Fratelli d’Italia”.
Bastos 6: lui e Wallace quando giocano so’ capaci de fasse rimpiange a vicenda. Verrà premiato come “primo Laziale a cui il VAR ha annullato a suo favore una decisione arbitrale”. Che de ‘sti tempi, è tanta roba.
Acerbi 8: monumentale. Se Salvini venisse a fa’ un comizio a Formello, se metterebbe la maja sua.
Radu 6,5: sta ancora a insulta’ Abisso.
Marusic 6: i polmoni ce stanno. Se se ricordasse de porta’ in campo pure i piedi, però, nun farebbe un soldo de danno.
Durmisi 6: tocca spiegaje che il calcio non è il rugby e che la palla se po’ passa’ pure in avanti.
Parolo 6,5: indispensabile come er guanciale nella carbonara.
Badelj 6: c’ha lo stesso ritmo partita de un anziano davanti a un cantiere.
Leiva 6,5: entra e rende più solido er centrocampo laziale. ‘Na specie de Viagra calcistico, in pratica.
Luis Alberto 6,5: “eh, se vede che sta bene fisicamente!” dico al mio vicino de posto nella Tribuna Est dello Stirpe. Passano due minuti, se tocca l’inguine e chiede er cambio. Io, i cazzi mia, mai eh?!
Lulic 6: quando se mette trequartista alle spalle de Immobile, m’è tornato in mente er poro Roberto Bacci che Zoff lo faceva gioca’ sempre e ovunque.
Immobile 6,5: stanco e poco lucido come er tifoso laziale dopo la due giorni de pippe pe’ la Coppa Italia.
Caicedo 7,5: “se segnava contro er Crotone” is the new “Sì, ma allora il PD?”. Ma lui se ne frega come la neve di Ligabue e tira uno scaldabagno sotto l’incrocio dei pali che regala tre punti fondamentali alla Lazio nella corsa Champions.
Berisha 6: più spaesato de Pollicino quando je se magnano le molliche de pane sulla strada der ritorno.
Inzaghi 6,5: non era facile tenere alta la concentrazione della squadra dopo il successo con l’Inter. Lui ci riesce anche se i cambi stavolta sembravano fatti cor sacchetto dei numeri della Tombola.
AVANTI LAZIO