Che poi, dimose la verità, qui l’unico che la voleva gioca’ era er poro Lulic.”Signor Arbitro, guardi, pe’ me meno rimbalza e mejo è.”
Mentre noi tutti se guardavamo intorno spaesati.
“Se gioca?”
“Nun se gioca.”
“Mo’ drena!”
“Te pare che la rinviano?”
E allora tu, sfogliando l’album dei ricordi alla voce “diluvio”, stavi lì a ripensa’ ar Derby della quajia clamorosa de Goicoechea. Quello che ha permesso a Candreva de batte tutte le punizioni della Lazio da lì a venire. Quella dell’assist de Hernanes in compartecipazione co’ la pozzanghera.
E poi, ovviamente, t’è rivenuta in mente Perugia-Juve, la madre de tutti i diluvi. Quella che quando fai un fijo, speri che al battesimo lo possano fracica’ co’ un po’ de acqua presa da qualche pozzanghera del Renato Curi, il 14 maggio der 2000.
E poi come nun ripensa’ a Lazio-Milan de quest’anno. A quando sei partito da casa, che sembravi Noè a caccia de coppie d’animali da porta’ in salvo. E sei tornato a casa co’ un sorriso che trentadue denti nun bastavano. E un’erezione che Rocco Siffredi levate proprio.
E invece no.
L’arbitro Banti. Lino Banti da Livorno decide che oggi nun se po’ gioca’. Perché lui lo sa che la pioggia è della Lazio. E che visto che nun ce po’ nega’ un rigore o caccia’ un giocatore, l’unica cosa che po’ fa è rimannacce a casa. Senza ave’ consumato l’ennesimo pomeriggio d’amore co’ ‘sta Lazio.
E quando lo speaker annuncia che la partita è rinviata a data da destinarsi, l’unica cosa che il vero Laziale po’ fa è fischia’ la decisione dell’arbitro. E della FIGC.
E allora te incammini verso la macchina. Metti in moto e parti. Seconda stella a destra. E poi dritto. Fino a Lotito.
Poi la strada la trovi da te.
Questa è Lazio-Udinese.
La partita che non c’è.