LAZIO-STEAUA BUCAREST: LE MIE PAGELLE

Strakosha 6: la partita è talmente in discesa che Manzini pe’ nun fallo annoia’ je dà l’IPad come i genitori fanno co’ i fiji al ristorante. Ma proprio mentre sta a gioca’ co’ l’applicazione dei Teletubbies, la difesa fa un mezzo pasticcio e je manda il formidabile Gnegnegne tutto solo davanti alla porta per quel go’ della bandiera che dà un senso a tutte le Peroni bevute dai tifosi rumeni in trasferta.

Patric 6,5: spunta a sorpresa tra i titolari come certi parenti ai matrimoni che te chiedi chi l’ha invitati. E si regala una prestazione tutta cuore, grinta e bimbominkia.

De Vrij 6,5: separato in casa come certi mariti. Fa il suo dovere coniugale al meglio nonostante l’amante lo stia aspettando in un’altra città. E finché gioca così, se lo tenemo sotto ar tetto nostro e je famo pure un piatto de pasta. Poi a giugno, nemici per la pelle.

Caceres ng: simula un infortunio perché c’aveva ‘na punta a Ponte Milvio co’ la vincitrice der concorso “Una Ceres co’ Caceres”.

Bastos 7: sul goal che ribalta il risultato dell’andata si avventa di prepotenza dando vita al nuovo motto rumeno: “Bastos la piglia e amazza famiglia”.

Basta 6: scende sulla fascia co’ la stessa frequenza de uno che porta giù er cane co’ la dissenteria.

Lulic 6,5: il rientro sul destro con cross annesso sur secondo palo dovrebbe esse brevettato come er go’ de piattone a porta vota. Offre a Immobile la palla del vantaggio e lo trovi ovunque. A fa’ er centrale de centrocampo. Quello de difesa. La punta. Pare che Inzaghi, durante le riunioni tecniche, dopo ave’ spiegato i ruoli a tutti, se giri verso Senad e je dica: “E invece tu, Senad…tu…vabbè…fa un po’ come cazzo te pare!”

Parolo 6,5: “è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i recuperi, i contrasti, le chiusure.” (W. Shakespeare, “La Tempesta”)

Leiva 7: dopo dieci anni de Liverpool sei pronto pe’ affronta’ tutto. Un po’ come dopo ave’ fatto er militare nella Legione Straniera. Figurate se a uno come Lucas, il brasi-nazi, je ponno fa paura undici scappati de casa come i giocatori dello Steaua.

Luis Alberto 7,5: ah Luis, t’avemo sgamato. A gioca’ co’ la colla sugli scarpini so’ boni tutti. Grazie ar cazzo che er pallone nun te lo tolgono mai.

Murgia 6: entra sotto al diluvio e prende subito ‘na pallonata in faccia. Mejo de così.

Anderson 10: la prova che gli alieni esistono. Hanno capelli improbabili e ogni tanto si deprimono. Ma quando sono felici, diventano devastanti e giocano a calcio in modo divino. Dopo “E.T telefono casa”, “F.A. dribbling assist”.

Immobile 10: uomo del Sud, uomo di parola. Aveva promesso al Mister avversario “ci vediamo a Roma” e così è stato. Tre goal. Una prestazione di tecnica, agonismo e cuore. L’attaccante più forte in Italia. Uno dei più decisivi in Europa.

Caicedo sv: entra e rosica perché è costretto a fasse la doccia ma s’è dimenticato ‘o shampoo a casa. E l’ha dovuto chiede a Luis Alberto che c’aveva solo quello “per capelli forti e biondi come non mai”.

Inzaghi 7,5: col cappellino e l’impermeabile sotto la pioggia a spingere i suoi ragazzi alla vittoria come solo i grandi condottieri sanno fare. Sul goal di Immobile le telecamere lo immolano mentre calcia in porta come se il pallone lo avesse lui. Il segreto è tutto qui. Nel cuore prima che negli schemi. Simone Inzaghi, Laziale fracico.

AVANTI LAZIO

AVANTI LAZIALI

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